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Museo dell'Acqua

Il progetto complessivo ha previsto la musealizzazione di un complesso di piccole strutture poste nelle immediate vicinanze del Centro Parco “Al Salice Bianco”, a Casale Cremasco-Vidolasco, dello stabilimento della Società Galbani SpA e del depuratore consortile.

Le strutture di che trattasi nella fattispecie sono due piccoli rustici ristrutturati dal Parco e inaugurati nel corso del 2011 che, per loro naturale conformazione, suggeriscono l’idea progettuale di uno spazio museale chiuso ed aperto insieme, con elementi di collegamento fra i due padiglioni e due diverse destinazioni d’uso funzionali, sebbene collegate sistemicamente.

La struttura museale è occupata da esposizioni permanenti sul tema dell’acqua, partendo dalla storia del fiume, narrata dai ciottoli e del suo continuo divagare, al rapporto dell’uomo e l’acqua e le opere idrauliche che caratterizzano il paesaggio cremasco: accanto alle esposizioni permanenti un laboratorio didattico ove effettuare esperienze, un ufficio, dei servizi igienici.

È stata realizzato un sistema di audio video guide per favorire la visita in autonomia dei luoghi da parte dei fruitori.

Questo episodio museale, unico su tutto il territorio cremasco nell’ambito del Parco Regionale del Serio, completa un sistema di fruizione pubblica, prevalentemente didattico/ambientale, ma anche ludico/ricreativo che vede impegnato da tempo il Parco nel territorio di Casale Cremasco, con la realizzazione di due aree di sosta attrezzata, un centro parco per le attività didattiche con annesso un bosco didattico ormai ultimato, un sistema di sentieristica, un accordo di programma per la valorizzazione ambientale ed energetica delle “palate”, la Palata Babbiona e la Palata Malcontenta.

La proposta ben si inserisce nei sistemi museali Provinciali (il progetto in itinere “Il territorio come ecomuseo”) e Comunali (“La Cittadella della cultura”, e “Crema città d’acqua isola di terra”, nel comune della vicina Città di Crema).

Scopo

  • La valorizzazione dell’elemento acqua come componente fondamentale che concorre al disegno del paesaggio planiziale in funzione poietica, idrogeologica, ambientale, naturalistica, irrigua, agricola e per uso idropotabile.
  • Il fiume quale elemento idrografico principe, ma anche tutto il sistema irriguo minore, secondario e terziario, le teste e le aste di fontanili, le zone umide, le marcite, etc…
  • La presenza dell’acqua quale elemento fondamentale di rapporto fra l’uomo ed il suo territorio, che si estrinseca attraverso l’evoluzione naturale e artificiale degli ambienti, l’opera dell’uomo, i manufatti, la storia.

Non è da trascurare in questo percorso conoscitivo la presenza del depuratore consortile, che, nell’ambito della tematica del ciclo delle acque, che il programma di educazione ambientale del Parco da tempo approfondisce con le scuole degli Istituti Comprensivi che aderiscono alle iniziative proposte, rappresenta l’ideale conclusione delle esperienze fatte sul campo, attraverso attività di campionamento, analisi delle acque e IBE.

L'area

L’area dove sorge il limitrofo bosco didattico presso il Centro Parco “Al Salice Bianco” è inoltre interessata da esperienze di archeologia proposta alle scolaresche, anche alla luce della segnalazione dell’abitato di Casale Cremasco quale area di ritrovamenti archeologici: al museo potranno essere quindi ospitate installazioni che raccontano le evoluzioni passate del territorio (tipologie e sistemi costruttivi, ritrovamenti, imbarcazioni dell’epoca, ecc…).

In uno dei due spazi espositivi destinati al percorso museale sono stati realizzati dei diorami con ambienti caratteristici e pannelli didattici, spazi minimi confinati e riservati alle esperienze sensoriali, oltre a due postazioni multimediali. Nella porzione a nord del complesso del museo, viceversa, sono stati collocati gli spazi per la didattica, attrezzati come laboratori nei quali fare esperienze dirette sul tema dell’acqua.

Itinerari

I vantaggi di una tale collocazione sono rappresentati dalla vicinanza al Centro Parco “Salice bianco” dotato di un bosco didattico e ad aree di sosta attrezzate per la fruizione pubblica, dal buon grado di accessibilità, essendo collocato nelle immediate vicinanze uno spazio adibito a parcheggio, accessibile ad automezzi e, soprattutto, autobus di scolaresche in visita. Inoltre, con la realizzazione della passerella ciclopedonale di collegamento fra i Comuni di Sergnano e Casale Cremasco, si è ottenuto il risultato di connettere l’intero sistema museale dell’alto cremasco, per cui, partendo da Crema e dopo aver visitato il suo museo, percorrendo il sistema dei percorsi protetti esistenti, èp possibile arrivare fino a Pianengo, visitare la Riserva Naturale Palata del Menasciutto, dirigersi verso nord, verso il Comune di Sergnano, sostare a visitare il Santuario secentesco della Madonna del Binengo, che tanta parte della sua storia lega al fiume (ricordiamo la leggenda del ritrovamento della statua votiva ancora esposta nella piccola chiesetta devozionale); proseguendo verso nord ed attraversando il fiume sulla passerella addossata al vecchio ponte esistente, si arriva a Casale Cremasco, al centro parco, al Museo dell’Acqua e poi, attraverso sentieri esistenti di norma utilizzati per l’accesso ai fondi agricoli, si può arrivare fino a Ricengo e visitare nuovamente la Riserva Naturale Palata del Menasciutto in sponda sinistra.

Nel dettaglio

L’area esterna all’edificio è stata immaginata come un’aula all’aperto, un “ecomuseo”, dove proseguire la rappresentazione dell’acqua, con la creazione di una piccola zona umida (marcita), uno stagno ad acque basse con vegetazione acquatica utile anche per illustrare il funzionamento del sistema della fitodepurazione, la vegetazione acquatica e il bosco ripariale. La ricostruzione di una fascia di vegetazione ripariale contribuirà inoltre, oltre alle sue indubbie funzioni didattiche, anche alla creazione di nuovi ambienti e, conseguentemente, maggiore biodiversità. Ad esempio, lo stagno e la sua vegetazione acquatica, oltre a rappresentare un’ottima esemplificazione di quali essenze si possono utilizzare a scopi depurativi, nel contempo hanno favorito l’instaurarsi di popolazioni che, in presenza di acqua, trovano rifugio e nutrimento.

Nel piccolo stagno si p formato un habitat ideale per alcuni piccoli anfibi quali la nostra “Rana di Lataste”, specie endemica della Lombardia, presente nel Parco del Serio già in diverse postazioni segnalate, fra le quali proprio la zona umida presso il bosco didattico di Casale Cremasco, la Riserva Naturale Palata del Menasciutto ed alcune lanche presso il Comune di Romano di Lombardia.

La presenza di acqua sia nello stagno che nella marcita attira ardeidi piccoli e grandi quali l’airone, la garzetta, ma anche altre specie quali la gallinella d’acqua.

Ricordiamo che il Parco ha potuto realizzare questo centro Parco grazie alla collaborazione della Società Egidio Galbani S.p.A., l’ATI fra la Soc. S.C.S. Gestioni SpA e la Soc. Ener.Gi. srl, con la quale il Parco ha un Accordo di Programma per la valorizzazione ambientale ed energetica delle Palate sul Serio e grazie a un contributo del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale teso alla cura e promozione del patrimonio culturale e naturale, a sostegno dello sviluppo socio economico ed in quanto potenziale per lo sviluppo del turismo sostenibile.

Dove si trova

Si raggiunge proveniendo dalla SP12 Sergnano-Camisano.

 Ultimo aggiornamento: 13/02/2019
Attività didattiche
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