Descrizione
Il 29 settembre sindaci e consiglieri comunali sono chiamati alle urne per eleggere presidente e Consiglio provinciale. La votazione si svolgerà con le indicazioni della legge Delrio che impone il voto ponderato, proporzionale al numero di abitanti rappresentati da ogni singolo elettore. Pertanto un voto che conta in base al numero degli abitanti che l’elettore rappresenta. “Un sistema che in una provincia come la nostra, frazionata in tanti piccoli Comuni, permette a Crema e Cremona di condizionare in maniera determinante la consultazione elettorale. Per capirci, il voto di 10 consiglieri più quello del sindaco, quindi 11 voti di un Comune sotto i 3.000 abitanti, vale quanto quello di un singolo consigliere di Cremona o di Crema”, spiega il sindaco Antonio Grassi. I Comuni di Crema e Cremona pesano quanto 58 Comuni al di sotto dei 3.000 abitanti. “Significa che due Comuni contano più del 50 per cento dei 113 dell’intera provincia. Se questo è già criticabile e penalizzante per i piccoli Comuni, ma impossibile da modificare, diventa inaccettabile e incomprensibile la proposta che in queste settimane si fa strada. Proposta che vedrebbe i partiti propensi a presentare una lista unica. Un minestrone con Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Pd tutti insieme, uniti non si sa bene per quale scopo”, aggiunge Grassi supportato dai colleghi del Consiglio comunale casalese.
Se la democrazia è dialettica, per Grassi & Co. tutto ciò non ha senso. “Senza dimenticare che a votare, lo ripetiamo, sono sindaci e consiglieri. Ora, molti di costoro rappresentano liste civiche, che non sono identificabili con un partito. Ci chiediamo a quante di queste amministrazioni non schierate è stato chiesto il parere? Alla nostra nessuno ha sollecitato un’opinione. Ebbene noi siamo contrari alla lista unica, che rende inutile recarsi alle urne; infatti tutto sarebbe già deciso. Nonostante la pessima legge Delrio, crediamo che la decenza sia ancora una virtù”.
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Ultimo aggiornamento: 10 aprile 2025, 15:09